Rio Santacroce a Formia, un’altra Bandiera nera?

L’estate scorsa, per il settimo anno consecutivo, la foce del Rio Santacroce a Gianola, nel comune di Formia (Lt), ha ricevuto la Bandiera nera di Goletta Verde: il vessillo assegnato da Legambiente a chi si distingue per azioni contro il mare e le coste italiane. Il motivo? Il torrente presentava valori di contaminazione elevata, tanto da meritare il giudizio di “fortemente inquinato”. Qualche mese dopo, alla metà di ottobre, poi un caso che destò forte allarme tra la popolazione: lo sversamento di acque nere nello stesso torrente, rilevato durante un blitz della Capitaneria di porto, dei Vigili Urbani e dei Carabinieri forestali. A essere chiamata in causa fu Acqualatina, la società che eroga nel Sud Pontino il servizio idrico integrato. Ma l’inquinamento, come precisò prontamente il gestore, risultava estraneo agli impianti regolarmente censiti, tantomeno a quello di sollevamento intorno al quale si addensavano i sospetti: «L’ispezione non ha nulla a che vedere con il depuratore di Formia – erano state le dichiarazioni ufficiali – Questo impianto è perfettamente funzionante, come dimostrano tutte le analisi regolarmente effettuate dal gestore stesso e dagli organi terzi competenti». L’unico fatto documentato si rivelò la rottura accidentale di un tubo per il troppo pieno, peraltro indispensabile in stazioni di questo genere, per di più sigillato da tempo e con l’occasione riparato.
Quali, dunque, le cause? Facile intuire che l’episodio fosse legato a scarichi abusivi, evidentemente ancora presenti lungo questo sfortunato corso d’acqua. Le condizioni critiche del Rio Santa croce del resto sono state evidenziate a più riprese anche cittadini del Comitato Civico Mamurra: «Dalle foto allegate è facile constatare la forte alterazione dell’alveo del Rio per la fitta vegetazione che lo ha invaso provocando un restringimento della sezione idraulica – si legge in una lettera aperta indirizzata alla fine di settembre al ministero dell’Ambiente, alla Regione Lazio, al Prefetto di Latina, al presidente della provincia al sindaco di Formia – Inoltre, il deposito di detriti e rifiuti di ogni genere, ha contribuito a deviare il percorso con smottamenti delle sponde, che in qualche caso sono state sostituite da muraglioni in cemento con fondazioni nel letto del rio con relativa costruzione sovrastante. Si aggiunge per inciso che è anche ricettacolo di sversamenti fognari non identificati».

Una visione che la stessa Goletta Verde aveva espresso, evidenziando come l’eccessiva antropizzazione della zona rappresenti la ragione più profonda delle cattive condizioni in cui versa il torrente. E la stagione che sta per cominciare rischia di riproporre uno scenario simile: «Il nostro monitoraggio punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi regionali che mettono a rischio la balneabilità dei nostri mari e di conseguenza anche lo sviluppo turistico ed economico dei territori – afferma Serena Carpentieri, Responsabile delle campagne di Legambiente – Per quanto riguarda il pericolo per la salute, parliamo di malattie della pelle, dalle irritazioni a quelle più gravi senza dimenticare che tutti i batteri e i liquami che vengono scaricati in mare ritornano prima o poi a noi anche attraverso il pesce».
Emblematico anche il commento di Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio: «Per troppi anni consecutivi, dagli stessi punti emergono le medesime criticità, peraltro il Rio Santacroce è affiancato dalla bella e frequentata spiaggia di Gianola e bisogna evitare che l’abusivismo fognario ne deturpi la qualità mettendo a rischio la salute delle persone». Come risolvere dunque quello che appare ai cittadini di Formia come un problema ambientale annoso e irrisolvibile? «La soluzione resta sempre la stessa – conclude Serena Carpentieri – Vale a dire il ripristino della legalità. Solo attraverso maggiori controlli e indagini si potrà risalire a chi inquina e avviare dei processi di depurazione».
L'autore

- Studente di lettere, curriculum classico, presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Attivista per i diritti umani e Referente dell’associazione “Tilt” a Formia.