Auguri, Terence Hill. Una vita nel film “Il mio nome è Thomas”

Terence Hill, una delle icone del cinema italiano, nome d’arte di Mario Girotti, spegne oggi ottanta candeline. Una carriera condotta accanto a nomi celebri come quelli di Dino Risi, Luchino Visconti, Vittorio De Sica e legata ad un genere cinematografico, il cosiddetto “spaghetti western”, di cui è divenuto l’icona in compagnia di Bud Spencer. «Il film che mi è piaciuto di più interpretare, in tutti questi anni, è stato “Il mio nome è Nessuno”» sostiene l’attore.
Lo scorso novembre è tornato al Terni Film Festival, dove abbiamo potuto incontrarlo, per presentare la sua nuova opera cinematografica “Il mio nome è Thomas” e ricevere il riconoscimento dell’Angelo alla carriera. Girato come attore e regista, il film prende spunto dalle “Lettere dal deserto” di Carlo Carretto e rappresenta quasi una sintesi della vita dell’attore. Il titolo, il deserto e le tipiche “scazzottate” richiamano gli scenari tipici del western all’italiana. Ma il film si presenta come un prodotto originale che riesce a combinare la poeticità, la spiritualità, la poesia, l’avventura e la comicità.
L’idea di realizzare questo film è emersa vent’anni fa, spiega Terence Hill, «quando mia moglie mi regalò il libro di Carretto, così mi sono detto, faccio un viaggio nel deserto come ha fatto lui». Il deserto dell’Algeria, un ambiente estremo, fra quelli che Hill ama di più, assume così un significato importante per l’attore. Ricorrono i simboli della sua giovinezza artistica, la motocicletta, le scenografie dei film, lo scorpione. Proprio quest’ultimo, diventa l’incarnazione dell’amico Bud Spencer, scomparso mentre era sul set e al quale dedica il film. Ma il protagonista, Thomas, non lo uccide perché «simbolo della parte malvagia e di quella buona che c’è in ognuno di noi», afferma Terence Hill.

Questo viaggio è fisico ma allo stesso tempo ascetico, attraverso il legame profondo che Thomas instaura con la coprotagonista, Lucia, interpretata da una giovane attrice, Veronica Bitto. Con lei Thomas vive un conflitto simile a quello tra un padre e una figlia ma allo stesso tempo un forte sentimento d’amore, un legame spirituale. «Lavorare con Terence è stato fantastico, una vera fortuna. È una persona dolcissima» dichiara Veronica Bitto, a conferma della grandezza di un uomo, oltre che di un attore, che ha segnato l’immaginario del nostro paese.
L'autore

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Sono nata il 17 Febbraio 1997 a Frosinone. Ho frequentato il
Conservatorio Licinio Refice, studiando per diversi anni pianoforte e
successivamente il Liceo Artistico A. G. Bracaglia di Frosinone. Sono
laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di
Cassino e del Lazio Meridionale. Durante il mio excursus scolastico,
ho avuto modo di entrare in contatto e conoscere direttamente
personalità di spicco e grandi artisti eclettici ed innovativi.
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